ILARIA TRIVELLONI (organizzazione): "Dispiace per il maltempo, ma tutti hanno partecipato alla bonifica della palestra, pur di stare insieme e condividere un momento di distensione!” (SPORTING PAVONA) - Pavona, 11 settembre – Pallaviando al "VIA", patrocinato dal Comune di Albano Laziale, è iniziato domenica 10 settembre, e con tanta acqua, il torneo delle vie della cittadina di Pavona. La Palestra della Scuola Gramsci, pronta ad ospitare l'evento, appariva più idonea per gare acquatiche che pallavolistiche; la struttura risultava completamente allagata a causa dell'eccezionale ondata di maltempo che durante la giornata si era abbattuta sul territorio. Lo scopo della manifestazione era aggregare, valorizzare le relazioni ed il senso di appartenenza al territorio, e condividere le emozioni attraverso il gioco; la fatalità dei deprecabili eventi meteorologici ha accentuato e stimolato quanto era negli intenti della manifestazione. Lo Sporting Pavona Castelgandolfo, lo Staff ed i tanti partecipanti volontari, con pazienza, e dedizione, nel pomeriggio, hanno bonificato palestra e spogliatoi annessi, restituendo alla struttura la necessaria praticabilità. Con qualche minuto di ritardo sono conseguentemente iniziate le gare, le squadre formate dai partecipanti suddivisi per territorio di appartenenza hanno dato il là a sfide intense e divertenti. Al termine dell'iniziativa, lo Sporting Pavona (club organizzatore) ha rivolto il ringraziamento a quanti non hanno lesinato energie per il ripristino della Palestra; unica struttura idonea ad ospitare oggi a Pavona, attività ludico sportive al coperto, e luogo dedicato alla pratica sportiva degli studenti pavonensi. Prossimo appuntamento, domenica 17 settembre ore 16.00, Palestra Gramsci, vi aspettiamo per condividere momenti divertenti. Info Pallaviando link ... di Fabrizio Trivelloni Mail i[email protected] Cell. 3392742961 Fonte: Ufficio Stampa
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ILARIA TRIVELLONI (responsabile): "Tornare in strada a giocare, c'è ancora la voglia di giovani e adulti di divertirsi insieme”
(SPORTING PAVONA) - Pavona, 27 agosto – A Pavona tutto è pronto per l'apertura di Pallaviando. Ne parliamo con Ilaria Trivelloni responsabile del progetto. ILARIA COME STANNO ANDANDO LE ISCRIZIONI? "Molto bene.è bello vedere la buona risposta dei pavonensi. C'è ancora la voglia di giovani e adulti di divertirsi insieme. Le iscrizioni sono comunque ancora aperte quindi chi vuole puo ancora iscriversi". QUAL'È LO SCOPO DI QUESTA INIZIATIVA? "Lo scopo è quello di tornare in strada a giocare. anni fa c'era l'abitudine di giocare interminabili partite di calcio via contro via su campetti di terra o addirittura sull'asfalto. Noi vogliamo ricreare quell'atmosfera adattandola al nostro sport cioè portando le persone a giocare stando insieme, anche con momenti conviviali, ma con la stessa mentalità di allora cioè sano e divertente agonismo". COME SI SVOLGERANNO I QUATTRO EVENTI? "Ogni evento è a partecipazione gratuita ed aperto a tutte le età. Per ogni tappa gli iscritti saranno suddivisi per via di appartenenza e fasce di età, le squadre delle vie gareggeranno fra loro. Alla fine di ogni evento ci sarà il buffet, organizzato dai partecipanti che potranno portare pietanze dolci / salato e bibite, un pò di musica allieterà tutto lo svolgimento dell'iniziativa". Ringraziamo Ilaria per le informazioni che ci ha fornito e ricordiamo l'appuntamento, domenica 10 settembre alle ore 16.00 presso la palestra GRAMSCI di via Pescara per la prima giornata di Pallaviando. pagina facebook pagina sito web di Fabrizio Trivelloni Mail i[email protected] Cell. 3392742961 Fonte: Ufficio Stampa Cristina Colasanti (genitore): "Difficilissimo fare il genitore di una atleta, si rischia sempre di sorpassare la sottile linea tra un genitore attento all'attività della figlia e un genitore che si improvvisa DT, mettendo bocca su argomenti dei quali è assolutamente digiuno, iniziando discorsi, alla fine dei quali mia figlia mi dice: Le cose della mia squadra tu non le devi sapere”
(SPORTING PAVONA) - Pavona, 17 Agosto – Prosegue la girandola di interviste ai genitori degli atleti dello Sporting Pavona Castelgandolfo; al vaglio, esperienze, aspettative, difficoltà nella gestione della pratica sportiva. Sarà oggi una mamma, la Sig.ra Cristina Colasanti, che ci racconterà come è vissuto dalla famiglia l’impegno pallavolistico della figlia Francesca. Cosa ci si aspetta dall’ambiente sportivo, nel quale il proprio figlio trascorrerà parte della propria vita? “Due anni fa cercavo una palestra di pallavolo per mia figlia, ma non una qualunque, una dove al di là dei risultati si divertisse, trovasse un ambiente adatto a lei. Questa era la mia aspettativa... vederla felice. La sua era di giocare a pallavolo”. La scelta a volte è soggettiva, ed è in linea con quelle che sono le convinzioni ed i modi di fare della famiglia, quale società sportiva avete scelto? “Abbiamo scelto lo Sporting Pavona Castelgandolfo. Non è stato facile scegliere, e non è facile poi inserirsi in un gruppo già formato. Dopo due anni al Pavona credo che ... ci siamo riuscite”. Quanto è stato difficile trovare il giusto equilibrio tra lo sport e le altre attività? “Molto difficile. Il risultato è arrivato dopo due stagioni molto intense, tre allenamenti a settimana, la presenza oltre che nella sua categoria (under 16) anche in under 18 e una breve presenza in serie D, la scuola che pesa come un macigno e la blocca spesso, fino a dover arrivare al compromesso di non poter andare in palestra più di quattro volte a settimana”. Abitate a Santa Maria delle Mole ... “Si è vero, e con lei mi impegno anche io a portarla avanti e indietro da Pavona e poi in giro ovunque si debba andare a giocare in trasferta. Inutile fare gli eroi ... è un gran sacrificio!”. Note dolenti, e se poi il figlio non gioca in gara? “E’ dura farsi ore di macchina per poi magari vederla in panchina tutto il tempo della partita. Ecco la cosa più dura per un genitore ... non poter partecipare al gruppo che è in campo”. E durante la gara allora cosa si fa? “Innanzi tutto non si capisce perchè si usa una strategia piuttosto che un'altra, ed allora ... si tifa, si tifa come matti”. Nel pre gara, diresti che sono più tese le ragazze o i genitori? “Allora, si parte carichi da casa, si partecipa al nervosismo di queste atlete e si cerca di calmarle mentre noi genitori siamo più in tensione di loro. Che presuntuosi!!!”. E quando la gara è finita? “Conclusa la partita, il tifo, la tensione, allora in macchina iniziano grandi chiacchierate liberatorie”. Francesca cosa ti dice? “In quel momento mia figlia mi spiega il perchè di tutto quello che è successo, esterna la sua felicità per la vittoria o la rabbia per la sconfitta ma alla fine l'unica cosa che rimane è la felicità di praticare la pallavolo” Quanto è difficile fare solo l’accompagnatore e non il genitore durante la gara? “Difficilissimo fare il genitore di una atleta, si rischia sempre di sorpassare la sottile linea tra un genitore attento all'attività della figlia e un genitore che si improvvisa DT” – riprende Cristina – “... mettendo bocca su argomenti dei quali è assolutamente digiuno iniziando discorsi alla fine dei quali mia figlia mi dice: le cose della mia squadra tu non le devi sapere”. Che personalità Francesca ! Possibile che ti sta lanciando un segnale del tipo “non invadere il mio mondo?” “In effetti mi ricorda che lei è il giocatore; è felice ed io devo solo supportarla”. L’esperienza sportiva contribuisce alla crescita di Francesca? “Riconosco che praticare questo sport le sta anche dando delle basi per la vita fuori dalla palestra, tanto da aver maturato in poco tempo sentimenti come lo spirito di corpo, accettazione del confronto con gli altri o l'accettazione di una delusione”. Se poi, unitamente alla prioritaria crescita della giovane, arriva anche qualche gioia sul campo ... “In questa ultima stagione poi il medagliere l'ha ripagata di tutti i sacrifici: la gioia dell'11 e poi del 17 giugno sarà difficile da dimenticare!!!”. E concludendo, in tutto questo, la motivazione che ripaga dei tanti sacrifici la famiglia di Francesca? “Per quello che riguarda me, sono due anni che centro sempre l'obiettivo: mia figlia cresce in maniera salutare e felice”. Grati a Cristina per aver accettato questo interessante confronto, che ha offerto significativi spunti di riflessione, che delineano i confini delle relazioni tra tutte le parti in causa concorrenti alla crescita dei nostri figli, in un contesto sportivo. di Fabrizio Trivelloni Mail i[email protected] Cell. 3392742961 Fonte: Ufficio Stampa Benedetto Giuliani (un Papà): "Seguire una figlia in una stagione nella quale disputa decine e di decine di gare è un grande sacrificio. La fatica comunque viene mitigata dalla soddisfazione nel vederla crescere, come persona e come atleta”
(SPORTING PAVONA) - Pavona, 13 Agosto – Ricordiamo il triangolo “Famiglia, Scuola, Sport”? lo troviamo frequentemente alla base delle prime esperienze di ciascun giovane. La soddisfazione di lavorare con i ragazzi, include una criticità che a volte è sottovalutata, ovvero la realizzazione di un rapporto fidelizzante con la famiglia, che tipizza il buon esito dell’esperienza sportiva dei nostri figli. Iniziamo con il capire il punto di vista delle famiglie, come è vissuta questa relazione con la società sportiva. Le famiglie partecipano e contribuiscono necessariamente allo sviluppo dell’associazione, nasce un legame inscindibile ed insostituibile teso a completare il percorso di crescita dei figli. Daremo voce in questo articolo alla Famiglia Giuliani, e Benedetto, il Papà di una delle giocatrici dello Sporting Pavona Castelgandolfo, ci racconterà i piaceri e le difficoltà che si sperimentano in questo comunque costruttivo itinerario di crescita giovanile. Buongiorno a te Benedetto, quanto è difficile seguire Elisa nell’attività pallavolistica? “Seguire una figlia in una stagione nella quale disputa centinaia di gare è un grande sacrificio. La fatica comunque viene mitigata dalla soddisfazione nel vederla crescere come persona e come atleta. Il sacrificio più grande non sta nel dover macinare chilometri dopo una giornata di lavoro, o prendere ore di permesso per poterla accompagnare, ma sta nello stare attenti a non trascurare l'altra figlia ed evitare dunque, di fronteggiare discussioni sull'argomento”. I genitori di Elisa come vivono la gara? “Le gare di per se, si vivono chiedendo di fare il meglio per la squadra, divertirsi e provare a vincere”. Cosa significa per i genitori, far capire ai propri figli che l’attività sportiva è nello stesso tempo un impegno ed un divertimento? “Noi genitori facciamo ovviamente dei sacrifici. Dinanzi a questi ben ripagati sforzi comunque, la cosa difficile da digerire e trasmettere ai figli, è che il fornire il massimo della disponibilità a volte crea disagi familiari importanti, specialmente quando la convocazione arriva all'ultimo minuto, oppure quando si risponde ad una convocazione dovuta ad una emergenza e ti accorgi che sono già disponibili 12 giocatori ...”. Questo è vero Benedetto, ma è anche vero che lo Staff Tecnico convoca sempre 13 giocatori, il massimo numero convocabile (per categoria), ci piace includere sempre tutti in quanto concetto di squadra; piuttosto a volte, accade in modo casuale che, taluni all’ultimo minuto non presenziano la convocazione, ponendo in forte dubbio la reale numerosità e la suddetta consistenza della squadra. A tal riguardo, l’atteggiamento etico dinanzi alla responsabilità dell’impegno intrapreso dalla famiglia e dai figli verso la squadra, è un esempio che come genitori state trasmettendo. Condividi? “Esatto, ma come sostenevo precedentemente, spesso è complicato rispondere alla convocazione quando in emergenza si deve tappare il buco di chi decide quando vuole o non vuole giocare” – continua Benedetto – “Il ruolo di un genitore verso il figlio credo sia soprattutto quello di fargli capire l'importanza di far parte di un gruppo ed il rispetto verso allenatore, compagni e avversari”. Quale dovrebbe essere l’interazione tra Famiglia e Società? “Verso la società il genitore deve cercare di fornire disponibilità nei limiti degli impegni familiari e lavorativi e, quando opportuno, muovere critiche costruttive che possano essere utili alla crescita del singolo e del gruppo/società”. Concludiamo con la lista dei desideri, le aspettative sportive, obiettivi e speranze per Elisa? “Le aspettative sono quelle di vedere queste ragazze continuare a divertirsi e provare a vincere. Relativamente ad Elisa il sogno è quello di vederla fare il salto di qualità, ed avere una possibilità di trasformare la pallavolo in qualcosa di più di una passione anche se questo significherebbe sacrifici ancora maggiori”. Ringraziamo Benedetto per la cordialità, ha fatto piacere conoscere il pensiero, le responsabilità e le speranze di chi permette ai propri figli di complementare il percorso di crescita in un contesto dove il lavoro di squadra, è strettamente dipendente dalla disponibilità e possibilità di ciascun giocatore. di Fabrizio Trivelloni Mail i[email protected] Cell. 3392742961 Fonte: Ufficio Stampa |
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November 2017
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